CALCOLA QUALE SARA' PERCENTUALE DI REDDITO CHE TI VERRA' A MANCARE QUANDO ANDRAI IN PENSIONE

 

 Come e perchè integrare la pensione pubblica.

Le pensioni pubbliche saranno sempre più leggere: è necessario quindi integrarle con un reddito aggiuntivo derivante da un piano di versamenti che permette inoltre di portare in deduzione fiscale i premi versati.
Le pensioni pubbliche saranno sempre più "leggere"In seguito a diverse riforme, susseguitesi a partire dagli anni '90 fino ad oggi, siamo passati da un sistema pensionistico di tipo "retributivo" che assicurava una pensione pari al 80% dell'ultima retribuzione, ad un sistema di tipo "contributivo" che tiene conto di quanto effettivamente versato nel corso della vita lavorativa e della speranza di vita residua del neopensionato.Questo nuovo metodo di calcolo ridurrà, per chi entra oggi nel mondo del lavoro, anche fino oltre il 40% la copertura della pensione pubblica rispetto all'ultima retribuzione, quindi con una fortissima riduzione che renderà necessaria un'integrazione di qualche tipo.
Integriamo la pensione pubblica con un reddito personalizzatoPer non rischiare di ritrovarsi con un reddito disponibile così decurtato, è indispensabile impostare un piano di versamenti che permetta di ottenere, all'epoca prevista per il pensionamento, una rendita vitalizia tale da colmare significativamente il differenziale creatosi.
I vantaggi fiscaliTutte le forme di previdenza complementare prevedono anche vantaggi di tipo fiscale. Tali accantonamenti infatti sono interamente deducibili dall'imponibile IRPEF fino ad un massimo di 5164,67 euro l'anno. Inoltre per rendite vitalizie derivanti da previdenza complementare è prevista una tassazione agevolata compresa tra il 15% ed il 9% a seconda del numero di anni di permanenza nel sistema di previdenza complementare; il rendimento di tali accantonamenti viene tassato ad una aliquota agevolata al 11%.
Prima incominci meglio è...Chiaramente l'importo della rendita vitalizia è direttamente proporzionale all'entità dei versamenti ma soprattutto alla durata del piano: 30 anni di versamenti di un determinato importo determinano un rendita maggiore di 15 anni di versamenti di un importo doppio!
E' quindi vantaggioso per l'investitore non posticipare troppo l'inizio del cosidetto PIP (Piano Integrativo Personale).

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